|
1. |
|
|
|
|
FA BENE FA MALE
La dieta vegana o la carne alla griglia
l’annosa questione del vino e la birra
chi onora il “digiuno ogni tanto” non sbaglia
ma un passo più in là ed è già sottoterra
E il burro ti ingrassa, la verza ti sciupa
il porno ti acceca, il mirtillo ti aiuta
se il fritto non vede il cuore non duole
fumarti un po’ d’erba ti cura o ti uccide?
Non è per il gusto di entrare in contrasto
ma cerco da solo il mio spazio vitale
in questa babele di voci io resto
col dubbio di Amleto: “Fa bene o fa male?”
Mangiare ansiolitici come polpette
su Radio Maria seguirsi le messe
beccare su Facebook le frasi bigotte
deprimersi al coro di tutte le masse
La rabbia che schiumi ti sveglia o corrode?
la bieca ignoranza ti ammoscia o ti scuote?
e il sole ti nutre oppure consuma?
trovarsi di giorno a cercare la luna!
Non è per il gusto di entrare in contrasto
ma inseguo soltanto il mio spazio ideale
in questa barbarie di voci resisto
col dubbio di Amleto: “Fa bene o fa male?”
Ogni equilibrio elementare
di colpo si ribalterà
per dare un senso anche al dolore
e a quello che ci insegnerà
Fa bene fa male
fa bene fa male
In questa babele di voci ho capito
che qualsiasi cosa fa bene e fa male.
Scritta a Galatone, il 7 novembre 2015
Testo e musica: Luigi Mariano
|
|
2. |
|
|
|
|
CANZONI ALL’ANGOLO
Canzoni all’angolo
di un’anonima cucina
in questo schifo di mattina
che non detta regole…
Non c’è preambolo
anzi: si aprano le danze!
Siamo tutti maestranze
spinti sul proscenio
che spaesati a centro palco
aspettano di ritornar…
Di nuovo all’angolo
come pugili suonati
che non sono mai caduti
però sanno cos’è il gong
Restiamo all’angolo
ché da qui si suona meglio
la visione un po’ a ventaglio
può svelarci la realtà
più di quanto ci mostriamo
noi da qui, dall’angolo
Forse da lontano un uomo
con il cuore di un bambino
tenderà l’orecchio al vento
e in un momento ricorderà
le tue… e le mie…
Canzoni all’angolo
ma io qui mi son già rotto
della nicchia ad ogni costo
per poi darsi un tono chic
Io lascio l’angolo
e mi butto a centro piazza
ma la celebrità mi ammazza
non mi lascia vivere
E mi sembra tutto
un rotocalco inutile
sfogli solo le figure
senza leggere
quasi quasi ci ripenso
e torno qui nell’angolo
Forse da lontano un uomo
con il cuore di un bambino
tenderà l’orecchio al vento
e in un momento ricorderà
tenderà l’orecchio al vento
e in quel momento poi canterà
le tue… e le mie…
canzoni all’angolo
canzoni all’angolo
canzoni all’angolo
Scritta a Galatone, il 3 settembre 2012
testo e musica: Luigi Mariano
|
|
3. |
|
|
|
|
MILLE BOMBE ATOMICHE
Ho dentro mille bombe atomiche
sepolte nell’oscurità
sotto foreste di conifere
l’inverno le custodirà
Io mi trasformerò in un missile
sparato sopra le città
ci son dolori da distruggere
con ogni arma che si ha
Dov’è l’errore nel tuo passato?
Cos’è che uccide come un peccato?
Ho dentro mille bombe atomiche
e so che me le porterò
in questo viaggio incomprensibile
che si ripete identico.
La strada sputa pioggia e grandine
a piedi nudi avanzerò
ma sto correndo proprio al limite
rischiando tutto quel che ho
Dov’è l’errore nel tuo passato?
Cos’è che uccide come un peccato?
Lanci un’occhiata nello specchio
e pensi che l’uomo
che c’è dall’altra parte
non sei te
ché con le bombe una ferita
non la puoi richiudere:
capisci che è inutile
Avevo mille bombe atomiche
ma un giorno le disinnescai
perché è banale farle esplodere
per ripudiare ciò che sei.
Qual è la colpa
che ci ha sporcato?
Perché quest’acqua
non ci ha salvato?
Dov’è l’errore nel tuo passato?
Cos’è che uccide come un peccato,
come mille bombe atomiche?
Scritta a Galatone, il 3 aprile 2014
Testo e musica: Luigi Mariano
|
|
4. |
|
|
|
|
QUELLO CHE NON SERVE PIÙ
Avrò riempito non so quanti metri quadri di soffitta
di carte che non leggo più
e avrò nascosto alla polvere e alla vista
il bene che mi hai fatto tu
Avrò lanciato strani sguardi d’arrogante pregiudizio
salvo presto poi ricredermi
e avrò preteso e reclamato ancora spazio
per i miei presunti meriti
Forse tu mi troverai
senza quello che non serve più
Se c’è un inferno in cui bruciare i nostri demoni
ogni frammento, ogni memoria, ogni tabù
allora toccherà svuotare questi zaini
da tutto quello che oramai non serve più
Avrò cercato di imbrigliare l’aria gelida dei venti
ma mi son perso nell’oceano
e avrò tradito un giorno gli occhi supplicanti
di quelli che mi amavano
Forse tu mi troverai…
Se c’è un inferno in cui bruciare i nostri abiti
ogni travestimento e ipocrita virtù
allora toccherà svuotare questi zaini
da tutto quello che oramai non serve più
Avrò provato a far entrare tutto il mare in un secchiello
finché tutto era possibile
ma poi ho capito che era solo un grande abbaglio
e ho cominciato a vivere.
Scritta a Mondonuovo, il 13 luglio 2014
Testo e musica: Luigi Mariano
|
|
5. |
|
|
|
|
L’OTTIMISTA TRISTE
E se a ddha ffore chioe
essu cu l’umbrella¹
E se lei non mi vuole
c’è sempre sua sorella
‘nu pocu² scema, sì
ma altrettanto bella
mi inventerò una “palla”
e la conquisterò
Se nun c’è sordi³ e
mi ritrovo in crisi
essu alla chiazza cu
me fazzu quattru risi⁴
Al bar ci son gli amici
da bere a tutti offro
di certo non ne soffro
poi pago lunedì
Sorrido anche quando
qualcosa mi rattrista
ché a furia di essere ottimista
qualcosa cambierà
E se la sfiga
mi segue ovunque vada
allora cambio strada
così mi perderà
E se al lavoro poi
m’onu licenziatu⁵
E se la cervicale
m’ha paralizzatu
E se ‘stu mese poi
no cocchiu pi’ l’affittu
rimagnu intra lu liettu6
e dormo un po’ di più
E se la machina
me lassa alla via
E se ho bevuto
e me ferma la polizia
Mi fanno l’alcool-test
so’ puru recidivu
e il risultato è ovvio:
so’ sempre positivu
E ci mi ene
cu mme ccìu te chianti⁷
imploro tutti i santi:
qualcuno ascolterà
Non sono religioso
ma ogni tanto prego
non credo e non rinnego
da perdere non ho
No sacciu ce aggiu dire
comu l’aggiu pigghiare⁸
E che le cose vadano
come devono andare!
E non mi do per vinto
anche se son disperato
perché se sono nato
una ragione ci sarà…
Amici di Equitalia,
la vita è tanto amara
ma c’è chi la prende sul serio
chi può pagare e chi si spara
Io cerco il sole, il mare
e sognerò le Antille
me sparu sì, ma quattru birre:
siate ottimisti pure voi!
¹ E se là fuori piove, esco con l’ombrello
² un po’
³ Se non ci sono soldi
⁴ esco in piazza a farmi quattro risate
⁵ mi hanno licenziato
6 non ho soldi per l’affitto, resto a letto
⁷ E se mi vien da piangere a dirotto
⁸ Non so che dire o come la devo prendere
Scritta a Galatone, il 2 dicembre 2015
Testo: Mino De Santis
Musica: Luigi Mariano
|
|
6. |
|
|
|
|
IL FANTASMA DI TOM JOAD
Uomini a piedi lungo la ferrovia
senza una meta se ne vanno via
mentre spunta dai monti un elicottero
sotto il ponte c’è un fuoco che riscalda un po’
Camminano in fila verso il ricovero
il mondo in fondo è così misero
intere famiglie in una macchina
l’idea di una casa è solo utopica
La strada stanotte sembra libera
ma nessuno sa dove ci porterà
resto seduto al fuoco dei falò
e cerco il fantasma di Tom Joad
Il predicatore vuole accendere
mentre fuma in silenzio inizia a leggere
i primi cadranno in pochi attimi
saranno premiati solo gli ultimi
Ma la Terra Promessa si fa attendere
tra illusioni e ferite profondissime
e intanto si dorme in grosse scatole
per cuscini soltanto pietre gelide
La strada stanotte sembra libera
ma nessuno sa dove ci porterà
resto seduto al fuoco dei falò
e aspetto il fantasma di Tom Joad
Ovunque qualcuno trovi crudeltà
ovunque un bambino cerchi umanità
ovunque c’è odio, c’è meschinità
cercami bene perché sarò là
Ovunque si lotti per la libertà
un lavoro decente, un po’ di dignità
ovunque qualcuno pianga i suoi perché
guarda i suoi occhi, mamma, e vedrai me
La strada stanotte sembra libera
ma nessuno sa dove ci porterà
resto seduto al fuoco dei falò
e cerco il fantasma di Tom Joad
Adattamento in italiano di Luigi Mariano
di “The ghost of Tom Joad” (© Bruce Springsteen)
Adattata a Roma, il 30 gennaio 2003
|
|
7. |
|
|
|
|
ALLA FINE DEL CHECK
Il ragazzo è smanioso di scoperte
ma è salito su un treno che non parte
Una donna è sicura di volere un figlio
non lo fa perché non può dargli il meglio
Libri letti solo a metà
sul tavolo
E gira voce che tarderà
l’inizio di questo show
Luci, palco, testi, musiche
provi e provi senza smettere
ma stasera il pubblico non c’è
siamo ancora qui ad attendere
alla fine del check
Lo studente che spera in un bel voto
resta al banco, non verrà mai chiamato
La ragazza ha tremato per un bacio
quando si è innamorata lui è sparito
Vetri rotti per ogni età
e tagliano
Pare certo che pioverà
e salterà lo show
Luci, palco, testi, musiche
tutto sembra pronto come te
guardi fuori e il pubblico non c’è
siamo ancora qui ad attendere
alla fine del check
C’è un groviglio di anime
di lenzuola gelide
che si mangia il sogno dalle viscere
Ma il pensiero è agile
viaggia a vette altissime
e raggiunge il volo della rondine
e poi precipita
Siamo ancora qui ad attendere
alla fine del check
Scritta a Galatone, il 7 ottobre 2015
Testo e musica: Luigi Mariano
|
|
8. |
|
|
|
|
COME ORBITE CHE CAMBIANO
Mettimi gli occhiali
leggimi i giornali
come tanto tempo fa
L’universo intero
è dentro al buco nero
che ad un tratto ci inghiottì
Siamo stelle spente
corpi in mezzo al niente
in orbite che cambiano
e lente si allontanano
Prendo la rincorsa e mi alzerò
nello spazio cosmico
tra galassie irraggiungibili
Porto il fuoco che ci maledì
quando il cielo si riempì
di pianeti che non brillano
Mentre mi fai bere
provo a ricostruire
quando tutto cominciò
L’universo cela
un’equazione sola
che non spiegherà l’amore
Schegge siderali
gravitazionali
pesi che ci schiacciano
e un giorno ci trasformano
Prendo la rincorsa e mi alzerò
nello spazio cosmico
tra i pensieri che ti uccidono
Lascio il fuoco che ci maledì
quando il cielo si riempì
di comete che non tornano più
Risalendo la via Lattea
trovi ancora luci accese
che parlano di noi.
Porto il fuoco che ci maledì
quando il cielo si riempì
di pianeti che non brillano
Mettimi gli occhiali
portami i giornali
come tanto tempo fa
Scritta a Galatone, il 6 febbraio 2015
Testo e musica: Luigi Mariano
A Jane e Stephen Hawking
|
|
9. |
|
|
|
|
IL GIORNO NO
Certe giornate partono male già dall’inizio
già dalla mattina presto
Il segreto è… non incazzarsi mai!
Caffellatte stamattina
e non c’è zucchero in cucina
arrivo alla posta per pagar le more
e resto in fila per un paio d’ore
La schiena è un pianto, la faccia è sfatta
svito il tappo e sorseggio un po’
cerco l’auto affranto
“Rimozione coattaaaaa”?!
e capisco che è un giorno no!
Torno a piedi verso casa
con la bile che stravasa
guardo il cielo prima così bello
adesso piove e sono senza ombrello
Il mio piede sbaglia il tempo
che per poco non scivolo
preso in pieno un escremento
sarà per la fortuna che avrò
Vincerà chi non teme
bianco e nero si alternano
Prendila come viene
anche se incappi in un giorno no
Eh, sono giornate dure… Che fare?
Andare da lei! Chiederle se vuole uscire!
Girare in meglio questa giornataccia…
Ma sì dai…. proviamo…!
Vado a prenderla per fare un giro
mi dice: “Non posso”
e poi declina con un sospiro
Perciò resto a casa
mangio un “toast”, mi verso della birra
mi piazzo in poltrona
ma il TG parla solo della guerra
Il mio cervello è un “puzzle” sparso
che domani ricomporrò
ho il mal di testa, la mia squadra ha pure perso
e ho capito che è un giorno no
Vincerà chi non teme
bianco e nero si alternano
prendila come viene
anche se incappi in un giorno no
Eh, sono giornate tragiche
Oggi sei stato un po’ Fantozzi e un po’ Paperino
ma domani, domani….
domani sarai Gastone!!
Spero tu non sia un coglione
Vincerà chi non teme
bianco e nero si alternano
Prendila come viene
anche se incappi in un giorno no
anche se incappi in un giorno no
anche se incappi in un giorno no
Scritta a Roma, 6 giugno 1999
testo e musica: Luigi Mariano
|
|
10. |
|
|
|
|
SE NE VANNO
Il lucernario delle stelle è un gioiello
che costa più di quel che ho
tra una storia che tira le cuoia
e una notte che invoglia
partirò
Odori acri di campagna nell’aria
dal Pozzo dei Sogni berrò
superando incertezze e domande
mi fingerò grande
crescerò
Se ne vanno
i miei passi da te
e i contorni ormai sfumano già
mentre cambio ancora un’altra città
Se ne vanno
e mi lasciano qui
inchiodato a uno schermo
senza immagini
E piombano strani fantasmi, la notte
le ombre mi confondono
e squarciano crepe nel tempo
e per questo tormento
canterò
Se ne vanno
i tuoi occhi da me
e il tuo viso è sfocato laggiù
sento forte non tornerà più
Se ne vanno
e mi lasciano qui
inchiodato a uno schermo
senza immagini
Ancora un attimo per ricordar
ancora un attimo per sospirar
ancor un brivido da consumar
passerà, passerà…
Se ne vanno
e mi lasciano qui
inchiodato a uno schermo
senza immagini
io davanti a uno schermo
con TUTTE le immagini
Scritta a Mondonuovo, 13 settembre 2011
Testo e musica: Luigi Mariano
|
|
11. |
|
|
|
|
SCAMBIO DI PERSONA
È una notte di sirene imbizzarrite
e luci blu sulle macchine
le mie idee son state
prese e poi accusate
di un misfatto terribile
Camminavano composte rispettando
tutte le segnaletiche
ma ben presto
le hanno viste scorrazzare
senza freno né limite
E son finito in manette anch’io
come mandante del crimine
ma lo rinnegherò
Commissario qui c’è stato
uno scambio, uno scambio di persona!
Le assicuro che c’è stato
uno scambio, uno scambio di persona
Sono stato convincente
il commissario ha detto:
“Ora sei libero”.
Ripudiai tutte le idee in cui credevo
uscendo fuori da subito
A quel punto, senza idee,
non mi restava
che buttarmi in politica
mi hanno eletto Presidente
senza un filo di vergogna nell’anima
Ma adesso è stanco anche il popolo
e in piazza ormai mi lapiderà
non me la scamperò
Cittadini ed elettori qui c’è stato
uno scambio di persona!!
Non volevo far sul serio, io scherzavo!
C’è uno scambio di persona!
Vi scongiuro state fermi con le mani
è uno scambio di persona!
Ma che fate, cosa sono quei bastoni?!
C’è uno scambio di persona!
Sono rotolato in strada
con due stracci addosso
e pieno di lividi
e rientrando verso casa
sulla soglia ho sentito dei gemiti
Sembra difficile da credere:
c’era mia moglie nuda sul parquet
col commissario!!
E mi gridano sconvolti: “E’ un errore!
c‘è uno scambio di persona!
Non è quello che tu pensi, non lo vedi,
è uno scambio di persona!”
E poi strisciano tremanti e imploranti
mentre punto la pistola
diventiamo dei serpenti ad ogni scambio,
ogni scambio di persona.
Scritta a Galatone, il 30 settembre 2015
Testo e musica: Luigi Mariano
|
|
12. |
|
|
|
|
COS’AVREBBE DETTO GIORGIO?
Cos’avrebbe detto Giorgio
di questi anni andati via
che nella coda han visto il marcio
della solita ruberia
di banchieri e finanzieri
e di come si son presi tutto
e l’Italia torna a ieri
che il futuro ormai è distrutto
Cos’avrebbe detto Giorgio
della Siria e Palestina
delle bombe intelligenti
che fanno a pezzi una bambina
vuoi vedere che era pace pure
quel giorno ad Hiroshima
è feroce, nuoce e cuoce
questa pace un po’ assassina
Cos’avrebbe detto Giorgio
di questi anni di censura
del bavaglio ai giornalisti
rieducati nel terrore
licenziati e allontanati
umiliati nel dovere
dove i fatti son spariti
è defunto ormai il mestiere
Cos’avrebbe detto Giorgio
della mafia che cammina
con le scarpe del ministro
sopra il ponte di Messina
Mussolini in Campidoglio
che fa il saluto romano
Presidente del Consiglio
don Bernardo Provenzano
Cos’avrebbe detto Giorgio
del Vesuvio nell’immondizia
e di ciò che abbiamo perso
assieme al senso di tenerezza
quando poi si tocca il fondo
si comincia un po’ a scavare
Giorgio conosceva il mondo
c’è sempre un’isola nel mare
Scritta a Galatone (LE), il 14 dicembre 2005
Testo e musica: Luigi Mariano
|
|
13. |
|
|
|
|
14. |
|
|
|
|
15. |
|
|
|
|
EDOARDO
Non sono come te, papà
non amo le luci
e resto nell’ombra, confuso
in questa nera fuliggine
che m’imbratta la faccia, le mani
mi rende diverso
da quello che sono, umiliato
nella mia solitudine
L’oriente, l’oriente…
Non sono come te, papà
non amo le macchine
di notte scrivo canzoni, poesie
e a volte parlo con gli angeli
Puntavi su di me, lo so
e non volevo deluderti
Ma la mia mente era altrove, più lieve
come un pensiero già libero
Volo
inabissandomi
fra muri d’aria e cielo
e nel silenzio
troverò complicità
io la volevo da te, papà
Non sono come te, papà
non amo le macchine...
Non parli mai di me, lo so
te ne vergogni
rimarrò ad aspettare
un sorriso sul viso
per raccontarti i miei, di sogni
L’oriente, l’oriente:
la mia idea più affascinante
fra tante
la mia fuga dal presente
eccitante, ammaliante
struggente, innocente
ma inconsistente
L’oriente, l’oriente, l’oriente
come un sole
si sprofonda all’orizzonte
incapace di riempire questo niente
di sorregger queste braccia
come ali di un aliante
libratesi da un ponte
Volo
inabissandomi
tra muri d’aria e cielo
e nel silenzio
troverò complicità
io la volevo da te, papà
Grido
sale un rimorso nella gola
mentre cado
ma in questo viaggio
forse avrò più dignità
io la volevo da te, papà
io la cercavo da te
Ma in questo viaggio
forse avrò più dignità
io la volevo da te, papà
io la cercavo da te
Scritta a Roma, il 26 gennaio 2003
Testo e musica: Luigi Mariano
a Edoardo Agnelli
|
|
16. |
|
|
|
|
QUESTO TEMPO CHE HO
Goccia che si stacca, lentissima
cade sulle foglie, dolcissima
ha mutamenti climatici
la vita vista da qui
Taglio col coltello una fragola
mano di corallo che sanguina
resta complesso comprendere
ciò che è successo e perché
Questo tempo che ho
non mi basterà
troppa sete di conoscere
questo mare in petto che si agita
che ha fame di abbracci
e ne troverà
chissà
Luce che attraversa il pulviscolo
piano lo rivolta, sfiorandolo
sono i tormenti atavici
che tornano a un tratto così
Questo tempo che ho
non mi basterà
servirebbero dei secoli
questa stanza buia nasconderà
armadi di abbracci
e mi vestirà
Questo tempo che ho
non mi basterà
troppa sete di conoscere
questo mare in petto che si agita
che ha fame di abbracci
e ne troverà
chissà
Scritta a Roma, il 21 marzo 2006
Testo e musica: Luigi Mariano
|
|
17. |
|
|
|
|
IL NEGAZIONISTA
Giulio Cesare non ha
massacrato tutti i Galli
ed Erode non ha mai
sgozzato bimbi come agnelli
Qua nessuno ha messo mai
sulla croce il Galileo
e il nazismo non ha mai
sterminato un solo ebreo
Non esiste non esiste non esiste
nessun appalto truccato
non esiste non esiste non esiste
un concorso comprato
È una balla il genocidio
dei nativi americani
ed in Cina mai un eccidio
dei fratelli tibetani
A Guantanamo che belle
quelle notti di Natale
si pernotta a cinque stelle
non si sta poi così male
Non esiste non esiste non esiste
nessun danno ambientale
non esiste non esiste non esiste
la violenza bestiale
Verità imprendibili
non hanno complici o assassini
quante ricerche inutili
per don Chisciotte un po’ cretini
E poi nel cielo di Ustica
non è successo alcun errore
chi fa illazioni e critica
è solo un fine mentitore
Non esiste non esiste non esiste
il ricatto privato
non esiste non esiste non esiste
un complotto orchestrato
E non ha mai la Santa Sede
con le banche speculato
e c’è ancora chi ci crede
agli accordi mafia-Stato
E’ pietoso il qualunquismo
delle pubbliche opinioni
difendiamo l’affarismo
delle Sante Istituzioni
Non sono matto
io nego tutto
all’universo
gli cambio il verso
Non esiste non esiste non esiste
concorrenza sleale
non esiste non esiste non esiste
l’ingiustizia sociale
non esiste non esiste non esiste
un pianeta malato
non esiste non esiste non esiste
nessun corpo straziato
non esiste non esiste non esiste
nessuna guerra alle porte
non esiste non esiste non esiste
forse neanche la morte
Scritta a Roma, il 24 febbraio 2006
Testo e musica: Luigi Mariano
|
|
18. |
|
|
|
|
L’ORA DI ANDAR VIA
Nella mia testa poi squillò
come una sveglia troppo carica
la voce che mi richiamò
e un bimbo si fermò:
si rientra a casa
ma tornerà domenica
La scuola e poi l’identità
radici forti che ti legano
ma lascerai la tua città
sul primo treno che
dovrà rincorrere
sempre la felicità
Questa
è l’ora di andar via:
la malinconia
in viaggio svanirà
Questo
è forse il mio destino:
mettersi in cammino
e non tornare più
E lei rimase ferma lì
vestita solo dei miei limiti
forse fu il vento che impazzì
e volle ucciderci
scuotendo gli alberi
e strappando petali
Questa
è l’ora di andar via:
la malinconia
in viaggio svanirà
Questo
è forse il mio destino:
mettersi in cammino
e non tornare più
Il sole rosso salirà
in cielo a splendere
e vedrai che non ci sarà mai più
tempo da attendere
Ora io lascio questa vita
ma il viaggio mio non finirà:
continuerà con te
Questa
è l’ora di andar via:
la malinconia
all’alba svanirà
Questo
è forse il mio destino:
mettersi in cammino
e non tornare più
Scritta a Galatone, settembre 2012 (musica)
Roma, 5 febbraio 2013 (testo)
Testo e musica di Luigi Mariano
|
|
19. |
|
|
|
|
20. |
|
|
|
|
21. |
|
|
|