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CONCERTO DI COMPLEANNO - live a "L'Asino che Vola" (12​-​04​-​18)

by Luigi Mariano

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1.
FA BENE FA MALE La dieta vegana o la carne alla griglia l’annosa questione del vino e la birra chi onora il “digiuno ogni tanto” non sbaglia ma un passo più in là ed è già sottoterra E il burro ti ingrassa, la verza ti sciupa il porno ti acceca, il mirtillo ti aiuta se il fritto non vede il cuore non duole fumarti un po’ d’erba ti cura o ti uccide? Non è per il gusto di entrare in contrasto ma cerco da solo il mio spazio vitale in questa babele di voci io resto col dubbio di Amleto: “Fa bene o fa male?” Mangiare ansiolitici come polpette su Radio Maria seguirsi le messe beccare su Facebook le frasi bigotte deprimersi al coro di tutte le masse La rabbia che schiumi ti sveglia o corrode? la bieca ignoranza ti ammoscia o ti scuote? e il sole ti nutre oppure consuma? trovarsi di giorno a cercare la luna! Non è per il gusto di entrare in contrasto ma inseguo soltanto il mio spazio ideale in questa barbarie di voci resisto col dubbio di Amleto: “Fa bene o fa male?” Ogni equilibrio elementare di colpo si ribalterà per dare un senso anche al dolore e a quello che ci insegnerà Fa bene fa male fa bene fa male In questa babele di voci ho capito che qualsiasi cosa fa bene e fa male. Scritta a Galatone, il 7 novembre 2015 Testo e musica: Luigi Mariano
2.
CANZONI ALL’ANGOLO Canzoni all’angolo di un’anonima cucina in questo schifo di mattina che non detta regole… Non c’è preambolo anzi: si aprano le danze! Siamo tutti maestranze spinti sul proscenio che spaesati a centro palco aspettano di ritornar… Di nuovo all’angolo come pugili suonati che non sono mai caduti però sanno cos’è il gong Restiamo all’angolo ché da qui si suona meglio la visione un po’ a ventaglio può svelarci la realtà più di quanto ci mostriamo noi da qui, dall’angolo Forse da lontano un uomo con il cuore di un bambino tenderà l’orecchio al vento e in un momento ricorderà le tue… e le mie… Canzoni all’angolo ma io qui mi son già rotto della nicchia ad ogni costo per poi darsi un tono chic Io lascio l’angolo e mi butto a centro piazza ma la celebrità mi ammazza non mi lascia vivere E mi sembra tutto un rotocalco inutile sfogli solo le figure senza leggere quasi quasi ci ripenso e torno qui nell’angolo Forse da lontano un uomo con il cuore di un bambino tenderà l’orecchio al vento e in un momento ricorderà tenderà l’orecchio al vento e in quel momento poi canterà le tue… e le mie… canzoni all’angolo canzoni all’angolo canzoni all’angolo Scritta a Galatone, il 3 settembre 2012 testo e musica: Luigi Mariano
3.
MILLE BOMBE ATOMICHE Ho dentro mille bombe atomiche sepolte nell’oscurità sotto foreste di conifere l’inverno le custodirà Io mi trasformerò in un missile sparato sopra le città ci son dolori da distruggere con ogni arma che si ha Dov’è l’errore nel tuo passato? Cos’è che uccide come un peccato? Ho dentro mille bombe atomiche e so che me le porterò in questo viaggio incomprensibile che si ripete identico. La strada sputa pioggia e grandine a piedi nudi avanzerò ma sto correndo proprio al limite rischiando tutto quel che ho Dov’è l’errore nel tuo passato? Cos’è che uccide come un peccato? Lanci un’occhiata nello specchio e pensi che l’uomo che c’è dall’altra parte non sei te ché con le bombe una ferita non la puoi richiudere: capisci che è inutile Avevo mille bombe atomiche ma un giorno le disinnescai perché è banale farle esplodere per ripudiare ciò che sei. Qual è la colpa che ci ha sporcato? Perché quest’acqua non ci ha salvato? Dov’è l’errore nel tuo passato? Cos’è che uccide come un peccato, come mille bombe atomiche? Scritta a Galatone, il 3 aprile 2014 Testo e musica: Luigi Mariano
4.
QUELLO CHE NON SERVE PIÙ Avrò riempito non so quanti metri quadri di soffitta di carte che non leggo più e avrò nascosto alla polvere e alla vista il bene che mi hai fatto tu Avrò lanciato strani sguardi d’arrogante pregiudizio salvo presto poi ricredermi e avrò preteso e reclamato ancora spazio per i miei presunti meriti Forse tu mi troverai senza quello che non serve più Se c’è un inferno in cui bruciare i nostri demoni ogni frammento, ogni memoria, ogni tabù allora toccherà svuotare questi zaini da tutto quello che oramai non serve più Avrò cercato di imbrigliare l’aria gelida dei venti ma mi son perso nell’oceano e avrò tradito un giorno gli occhi supplicanti di quelli che mi amavano Forse tu mi troverai… Se c’è un inferno in cui bruciare i nostri abiti ogni travestimento e ipocrita virtù allora toccherà svuotare questi zaini da tutto quello che oramai non serve più Avrò provato a far entrare tutto il mare in un secchiello finché tutto era possibile ma poi ho capito che era solo un grande abbaglio e ho cominciato a vivere. Scritta a Mondonuovo, il 13 luglio 2014 Testo e musica: Luigi Mariano
5.
L’OTTIMISTA TRISTE E se a ddha ffore chioe essu cu l’umbrella¹ E se lei non mi vuole c’è sempre sua sorella ‘nu pocu² scema, sì ma altrettanto bella mi inventerò una “palla” e la conquisterò Se nun c’è sordi³ e mi ritrovo in crisi essu alla chiazza cu me fazzu quattru risi⁴ Al bar ci son gli amici da bere a tutti offro di certo non ne soffro poi pago lunedì Sorrido anche quando qualcosa mi rattrista ché a furia di essere ottimista qualcosa cambierà E se la sfiga mi segue ovunque vada allora cambio strada così mi perderà E se al lavoro poi m’onu licenziatu⁵ E se la cervicale m’ha paralizzatu E se ‘stu mese poi no cocchiu pi’ l’affittu rimagnu intra lu liettu6 e dormo un po’ di più E se la machina me lassa alla via E se ho bevuto e me ferma la polizia Mi fanno l’alcool-test so’ puru recidivu e il risultato è ovvio: so’ sempre positivu E ci mi ene cu mme ccìu te chianti⁷ imploro tutti i santi: qualcuno ascolterà Non sono religioso ma ogni tanto prego non credo e non rinnego da perdere non ho No sacciu ce aggiu dire comu l’aggiu pigghiare⁸ E che le cose vadano come devono andare! E non mi do per vinto anche se son disperato perché se sono nato una ragione ci sarà… Amici di Equitalia, la vita è tanto amara ma c’è chi la prende sul serio chi può pagare e chi si spara Io cerco il sole, il mare e sognerò le Antille me sparu sì, ma quattru birre: siate ottimisti pure voi! ¹ E se là fuori piove, esco con l’ombrello ² un po’ ³ Se non ci sono soldi ⁴ esco in piazza a farmi quattro risate ⁵ mi hanno licenziato 6 non ho soldi per l’affitto, resto a letto ⁷ E se mi vien da piangere a dirotto ⁸ Non so che dire o come la devo prendere Scritta a Galatone, il 2 dicembre 2015 Testo: Mino De Santis Musica: Luigi Mariano
6.
IL FANTASMA DI TOM JOAD Uomini a piedi lungo la ferrovia senza una meta se ne vanno via mentre spunta dai monti un elicottero sotto il ponte c’è un fuoco che riscalda un po’ Camminano in fila verso il ricovero il mondo in fondo è così misero intere famiglie in una macchina l’idea di una casa è solo utopica La strada stanotte sembra libera ma nessuno sa dove ci porterà resto seduto al fuoco dei falò e cerco il fantasma di Tom Joad Il predicatore vuole accendere mentre fuma in silenzio inizia a leggere i primi cadranno in pochi attimi saranno premiati solo gli ultimi Ma la Terra Promessa si fa attendere tra illusioni e ferite profondissime e intanto si dorme in grosse scatole per cuscini soltanto pietre gelide La strada stanotte sembra libera ma nessuno sa dove ci porterà resto seduto al fuoco dei falò e aspetto il fantasma di Tom Joad Ovunque qualcuno trovi crudeltà ovunque un bambino cerchi umanità ovunque c’è odio, c’è meschinità cercami bene perché sarò là Ovunque si lotti per la libertà un lavoro decente, un po’ di dignità ovunque qualcuno pianga i suoi perché guarda i suoi occhi, mamma, e vedrai me La strada stanotte sembra libera ma nessuno sa dove ci porterà resto seduto al fuoco dei falò e cerco il fantasma di Tom Joad Adattamento in italiano di Luigi Mariano di “The ghost of Tom Joad” (© Bruce Springsteen) Adattata a Roma, il 30 gennaio 2003
7.
ALLA FINE DEL CHECK Il ragazzo è smanioso di scoperte ma è salito su un treno che non parte Una donna è sicura di volere un figlio non lo fa perché non può dargli il meglio Libri letti solo a metà sul tavolo E gira voce che tarderà l’inizio di questo show Luci, palco, testi, musiche provi e provi senza smettere ma stasera il pubblico non c’è siamo ancora qui ad attendere alla fine del check Lo studente che spera in un bel voto resta al banco, non verrà mai chiamato La ragazza ha tremato per un bacio quando si è innamorata lui è sparito Vetri rotti per ogni età e tagliano Pare certo che pioverà e salterà lo show Luci, palco, testi, musiche tutto sembra pronto come te guardi fuori e il pubblico non c’è siamo ancora qui ad attendere alla fine del check C’è un groviglio di anime di lenzuola gelide che si mangia il sogno dalle viscere Ma il pensiero è agile viaggia a vette altissime e raggiunge il volo della rondine e poi precipita Siamo ancora qui ad attendere alla fine del check Scritta a Galatone, il 7 ottobre 2015 Testo e musica: Luigi Mariano
8.
COME ORBITE CHE CAMBIANO Mettimi gli occhiali leggimi i giornali come tanto tempo fa L’universo intero è dentro al buco nero che ad un tratto ci inghiottì Siamo stelle spente corpi in mezzo al niente in orbite che cambiano e lente si allontanano Prendo la rincorsa e mi alzerò nello spazio cosmico tra galassie irraggiungibili Porto il fuoco che ci maledì quando il cielo si riempì di pianeti che non brillano Mentre mi fai bere provo a ricostruire quando tutto cominciò L’universo cela un’equazione sola che non spiegherà l’amore Schegge siderali gravitazionali pesi che ci schiacciano e un giorno ci trasformano Prendo la rincorsa e mi alzerò nello spazio cosmico tra i pensieri che ti uccidono Lascio il fuoco che ci maledì quando il cielo si riempì di comete che non tornano più Risalendo la via Lattea trovi ancora luci accese che parlano di noi. Porto il fuoco che ci maledì quando il cielo si riempì di pianeti che non brillano Mettimi gli occhiali portami i giornali come tanto tempo fa Scritta a Galatone, il 6 febbraio 2015 Testo e musica: Luigi Mariano A Jane e Stephen Hawking
9.
IL GIORNO NO Certe giornate partono male già dall’inizio già dalla mattina presto Il segreto è… non incazzarsi mai! Caffellatte stamattina e non c’è zucchero in cucina arrivo alla posta per pagar le more e resto in fila per un paio d’ore La schiena è un pianto, la faccia è sfatta svito il tappo e sorseggio un po’ cerco l’auto affranto “Rimozione coattaaaaa”?! e capisco che è un giorno no! Torno a piedi verso casa con la bile che stravasa guardo il cielo prima così bello adesso piove e sono senza ombrello Il mio piede sbaglia il tempo che per poco non scivolo preso in pieno un escremento sarà per la fortuna che avrò Vincerà chi non teme bianco e nero si alternano Prendila come viene anche se incappi in un giorno no Eh, sono giornate dure… Che fare? Andare da lei! Chiederle se vuole uscire! Girare in meglio questa giornataccia… Ma sì dai…. proviamo…! Vado a prenderla per fare un giro mi dice: “Non posso” e poi declina con un sospiro Perciò resto a casa mangio un “toast”, mi verso della birra mi piazzo in poltrona ma il TG parla solo della guerra Il mio cervello è un “puzzle” sparso che domani ricomporrò ho il mal di testa, la mia squadra ha pure perso e ho capito che è un giorno no Vincerà chi non teme bianco e nero si alternano prendila come viene anche se incappi in un giorno no Eh, sono giornate tragiche Oggi sei stato un po’ Fantozzi e un po’ Paperino ma domani, domani…. domani sarai Gastone!! Spero tu non sia un coglione Vincerà chi non teme bianco e nero si alternano Prendila come viene anche se incappi in un giorno no anche se incappi in un giorno no anche se incappi in un giorno no Scritta a Roma, 6 giugno 1999 testo e musica: Luigi Mariano
10.
SE NE VANNO Il lucernario delle stelle è un gioiello che costa più di quel che ho tra una storia che tira le cuoia e una notte che invoglia partirò Odori acri di campagna nell’aria dal Pozzo dei Sogni berrò superando incertezze e domande mi fingerò grande crescerò Se ne vanno i miei passi da te e i contorni ormai sfumano già mentre cambio ancora un’altra città Se ne vanno e mi lasciano qui inchiodato a uno schermo senza immagini E piombano strani fantasmi, la notte le ombre mi confondono e squarciano crepe nel tempo e per questo tormento canterò Se ne vanno i tuoi occhi da me e il tuo viso è sfocato laggiù sento forte non tornerà più Se ne vanno e mi lasciano qui inchiodato a uno schermo senza immagini Ancora un attimo per ricordar ancora un attimo per sospirar ancor un brivido da consumar passerà, passerà… Se ne vanno e mi lasciano qui inchiodato a uno schermo senza immagini io davanti a uno schermo con TUTTE le immagini Scritta a Mondonuovo, 13 settembre 2011 Testo e musica: Luigi Mariano
11.
SCAMBIO DI PERSONA È una notte di sirene imbizzarrite e luci blu sulle macchine le mie idee son state prese e poi accusate di un misfatto terribile Camminavano composte rispettando tutte le segnaletiche ma ben presto le hanno viste scorrazzare senza freno né limite E son finito in manette anch’io come mandante del crimine ma lo rinnegherò Commissario qui c’è stato uno scambio, uno scambio di persona! Le assicuro che c’è stato uno scambio, uno scambio di persona Sono stato convincente il commissario ha detto: “Ora sei libero”. Ripudiai tutte le idee in cui credevo uscendo fuori da subito A quel punto, senza idee, non mi restava che buttarmi in politica mi hanno eletto Presidente senza un filo di vergogna nell’anima Ma adesso è stanco anche il popolo e in piazza ormai mi lapiderà non me la scamperò Cittadini ed elettori qui c’è stato uno scambio di persona!! Non volevo far sul serio, io scherzavo! C’è uno scambio di persona! Vi scongiuro state fermi con le mani è uno scambio di persona! Ma che fate, cosa sono quei bastoni?! C’è uno scambio di persona! Sono rotolato in strada con due stracci addosso e pieno di lividi e rientrando verso casa sulla soglia ho sentito dei gemiti Sembra difficile da credere: c’era mia moglie nuda sul parquet col commissario!! E mi gridano sconvolti: “E’ un errore! c‘è uno scambio di persona! Non è quello che tu pensi, non lo vedi, è uno scambio di persona!” E poi strisciano tremanti e imploranti mentre punto la pistola diventiamo dei serpenti ad ogni scambio, ogni scambio di persona. Scritta a Galatone, il 30 settembre 2015 Testo e musica: Luigi Mariano
12.
COS’AVREBBE DETTO GIORGIO? Cos’avrebbe detto Giorgio di questi anni andati via che nella coda han visto il marcio della solita ruberia di banchieri e finanzieri e di come si son presi tutto e l’Italia torna a ieri che il futuro ormai è distrutto Cos’avrebbe detto Giorgio della Siria e Palestina delle bombe intelligenti che fanno a pezzi una bambina vuoi vedere che era pace pure quel giorno ad Hiroshima è feroce, nuoce e cuoce questa pace un po’ assassina Cos’avrebbe detto Giorgio di questi anni di censura del bavaglio ai giornalisti rieducati nel terrore licenziati e allontanati umiliati nel dovere dove i fatti son spariti è defunto ormai il mestiere Cos’avrebbe detto Giorgio della mafia che cammina con le scarpe del ministro sopra il ponte di Messina Mussolini in Campidoglio che fa il saluto romano Presidente del Consiglio don Bernardo Provenzano Cos’avrebbe detto Giorgio del Vesuvio nell’immondizia e di ciò che abbiamo perso assieme al senso di tenerezza quando poi si tocca il fondo si comincia un po’ a scavare Giorgio conosceva il mondo c’è sempre un’isola nel mare Scritta a Galatone (LE), il 14 dicembre 2005 Testo e musica: Luigi Mariano
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15.
EDOARDO Non sono come te, papà non amo le luci e resto nell’ombra, confuso in questa nera fuliggine che m’imbratta la faccia, le mani mi rende diverso da quello che sono, umiliato nella mia solitudine L’oriente, l’oriente… Non sono come te, papà non amo le macchine di notte scrivo canzoni, poesie e a volte parlo con gli angeli Puntavi su di me, lo so e non volevo deluderti Ma la mia mente era altrove, più lieve come un pensiero già libero Volo inabissandomi fra muri d’aria e cielo e nel silenzio troverò complicità io la volevo da te, papà Non sono come te, papà non amo le macchine... Non parli mai di me, lo so te ne vergogni rimarrò ad aspettare un sorriso sul viso per raccontarti i miei, di sogni L’oriente, l’oriente: la mia idea più affascinante fra tante la mia fuga dal presente eccitante, ammaliante struggente, innocente ma inconsistente L’oriente, l’oriente, l’oriente come un sole si sprofonda all’orizzonte incapace di riempire questo niente di sorregger queste braccia come ali di un aliante libratesi da un ponte Volo inabissandomi tra muri d’aria e cielo e nel silenzio troverò complicità io la volevo da te, papà Grido sale un rimorso nella gola mentre cado ma in questo viaggio forse avrò più dignità io la volevo da te, papà io la cercavo da te Ma in questo viaggio forse avrò più dignità io la volevo da te, papà io la cercavo da te Scritta a Roma, il 26 gennaio 2003 Testo e musica: Luigi Mariano a Edoardo Agnelli
16.
QUESTO TEMPO CHE HO Goccia che si stacca, lentissima cade sulle foglie, dolcissima ha mutamenti climatici la vita vista da qui Taglio col coltello una fragola mano di corallo che sanguina resta complesso comprendere ciò che è successo e perché Questo tempo che ho non mi basterà troppa sete di conoscere questo mare in petto che si agita che ha fame di abbracci e ne troverà chissà Luce che attraversa il pulviscolo piano lo rivolta, sfiorandolo sono i tormenti atavici che tornano a un tratto così Questo tempo che ho non mi basterà servirebbero dei secoli questa stanza buia nasconderà armadi di abbracci e mi vestirà Questo tempo che ho non mi basterà troppa sete di conoscere questo mare in petto che si agita che ha fame di abbracci e ne troverà chissà Scritta a Roma, il 21 marzo 2006 Testo e musica: Luigi Mariano
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IL NEGAZIONISTA Giulio Cesare non ha massacrato tutti i Galli ed Erode non ha mai sgozzato bimbi come agnelli Qua nessuno ha messo mai sulla croce il Galileo e il nazismo non ha mai sterminato un solo ebreo Non esiste non esiste non esiste nessun appalto truccato non esiste non esiste non esiste un concorso comprato È una balla il genocidio dei nativi americani ed in Cina mai un eccidio dei fratelli tibetani A Guantanamo che belle quelle notti di Natale si pernotta a cinque stelle non si sta poi così male Non esiste non esiste non esiste nessun danno ambientale non esiste non esiste non esiste la violenza bestiale Verità imprendibili non hanno complici o assassini quante ricerche inutili per don Chisciotte un po’ cretini E poi nel cielo di Ustica non è successo alcun errore chi fa illazioni e critica è solo un fine mentitore Non esiste non esiste non esiste il ricatto privato non esiste non esiste non esiste un complotto orchestrato E non ha mai la Santa Sede con le banche speculato e c’è ancora chi ci crede agli accordi mafia-Stato E’ pietoso il qualunquismo delle pubbliche opinioni difendiamo l’affarismo delle Sante Istituzioni Non sono matto io nego tutto all’universo gli cambio il verso Non esiste non esiste non esiste concorrenza sleale non esiste non esiste non esiste l’ingiustizia sociale non esiste non esiste non esiste un pianeta malato non esiste non esiste non esiste nessun corpo straziato non esiste non esiste non esiste nessuna guerra alle porte non esiste non esiste non esiste forse neanche la morte Scritta a Roma, il 24 febbraio 2006 Testo e musica: Luigi Mariano
18.
L’ORA DI ANDAR VIA Nella mia testa poi squillò come una sveglia troppo carica la voce che mi richiamò e un bimbo si fermò: si rientra a casa ma tornerà domenica La scuola e poi l’identità radici forti che ti legano ma lascerai la tua città sul primo treno che dovrà rincorrere sempre la felicità Questa è l’ora di andar via: la malinconia in viaggio svanirà Questo è forse il mio destino: mettersi in cammino e non tornare più E lei rimase ferma lì vestita solo dei miei limiti forse fu il vento che impazzì e volle ucciderci scuotendo gli alberi e strappando petali Questa è l’ora di andar via: la malinconia in viaggio svanirà Questo è forse il mio destino: mettersi in cammino e non tornare più Il sole rosso salirà in cielo a splendere e vedrai che non ci sarà mai più tempo da attendere Ora io lascio questa vita ma il viaggio mio non finirà: continuerà con te Questa è l’ora di andar via: la malinconia all’alba svanirà Questo è forse il mio destino: mettersi in cammino e non tornare più Scritta a Galatone, settembre 2012 (musica) Roma, 5 febbraio 2013 (testo) Testo e musica di Luigi Mariano
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about

Concerto dal vivo a "L'Asino che vola" di Roma.
Registrato il 12 aprile 2018 da Antonello Cacciotto con un microfono ambientale.
Armosfera da club, molto calda e polverosa, familiare e accogliente.

credits

released April 12, 2018

Luigi Mariano: voce, piano e chitarra acustica.
Primiano Di Biase: fisarmonica e piano.
Simone "Federicuccio" Talone: percussioni.

ospiti:
Alessio Bonomo: voce in " 'O mbrello".
Sasà Calabrese: chitarra acustica, piano, voce.
Daniele Sarno: voce e chitarra acustica.
Marzia Ercolani: voce recitante in "La cosa" di Gaber.
Michele Amadori: piano in "Questo tempo che ho".

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